"Io sono il guardiano" il nuovo libro di Agrippino T. Musso

Ho appena finito di leggere 'Io sono il Guardiano' e un senso di serenità e appagante pacificazione mi pervade, come quando riconosci di aver finalmente trovato un motivo per aver fiducia nella bellezza dell'animo umano e nell'imprevedibilità del caso.

E' stato il caso, infatti, ad avermi permesso di entrare in possesso di questo libro, accettando l'invito dell'autore, Agrippino T. Musso, a partecipare alla raccolta fondi per la sua pubblicazione.
Con Agrippino ci conosciamo grazie alla frequentazione di un social media e, fino al momento della sua proposta, non avevamo grande confidenza reciproca e ignoravo totalmente che fosse uno scrittore.

Confesso di essere solitamente alquanto restio ad accettare inviti 'a scatola chiusa' da chi non conosco personalmente ma, in quella occasione, non so per quale misterioso motivo ho detto sì - e anche con un certo entusiasmo - a dare il mio piccolo contributo alla realizzazione di questo sogno.
Ebbene, forse sarà stata una predestinazione o il fato benigno, lo si chiami come vuole, ma la lettura di questo testo è stata una delle poche belle scoperte capitate in questo ultimo periodo di sofferenza pandemica.

Si tratta di un giallo ambientato nella magica, meravigliosa Torino, in cui i protagonisti rappresentano un'umanità variegata e multiforme dove l'amicizia intergenerazionale e una comune visione dell'esistenza scevra da calcoli egoistici, ma cementata dal mutuo aiuto, fa da contraltare ad una società in cui il bene e il male si affrontano quotidianamente nelle vite disperate di tante esistenze sbandate. Ikkio, l'attore principale, veste i panni di un benefattore, dispensatore di favori e gentilezze rese a tutti coloro che abitano nel suo quartiere.

Appassionato praticante di Tai Chi Chuan, l'arte marziale basata sulla meditazione e la ricerca del Sé, Ikkio trova attraverso il suo metodico esercizio la linfa vitale che gli consente non solo di condurre una esistenza equilibrata ma anche di aiutare coloro che a lui si rivolgono.
Ed è anche grazie al Tai Chi e alla collaborazione di tutta la 'banda' di amici che accompagna la sua vita che Ikkio riesce a risolvere il mistero dell'assassinio di una ragazza incantevole quanto tremendamente infelice, sua vicina di casa, vittima della propria bellezza e della bestiale cupidigia che avvelena a morte il cuore dell'uomo.

La bellezza del libro risiede soprattutto nel saper descrivere le molteplici sfaccettature dell'anima, in un percorso filosofico avente come meta il raggiungimento della conoscenza del senso stesso dell'esistere.
Il tutto corredato da una mirabile descrizione dei luoghi più affascinanti di 'questo luogo del cielo chiamato Torino'.

Vivamente consigliata la lettura.